3 domande a… Greta Scicchitano, sceneggiatrice

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In occasione del Film Jour Fixe, la sceneggiatrice romana Greta Scicchitano si è confrontata sul concetto di processo creativo con l’artista YOMER, famoso per esprimere la creatività in tanti modi diversi. Con TAKE ha parlato di processi creativi e di idee scartate.
Take

Greta Scicchitano, cos’è la creatività? Siamo tutti un po’ creativi?

Greta Scicchitano

Ho sempre pensato che la creatività faccia parte di tutti noi, dell’essere umano in generale, che non appartenga esclusivamente agli artisti. La creatività è un modo di pensare, dipende dal modo di guardare alle cose, è questo che la rende personale e diversa in tutti noi. La differenza è che chi fa un lavoro nel mondo dell’arte è costretto a utilizzare la fantasia. Un lavoro creativo ti aiuta ad alimentare il rapporto con la fantasia, a svilupparla. In questo lavoro la creatività non è una cosa che compare ogni tanto; il confronto con la propria creatività è una cosa costante.

Take

Il processo creativo è qualcosa che cambia da persona a persona?

Greta Scicchitano

Per me il processo creativo è iniziato presto, quando ero piccola. Da piccoli si trova sempre un modo per dialogare con la propria fantasia. Già da piccola sapevo che c’era un lato diciamo caotico dentro di me che doveva trovare forma. Creatività per me significa essere in contatto con la propria parte emotiva, significa rimanere un po’ bambini. Non è neanche una consapevolezza, è più quel desiderio di trovare un mistero nella realtà – qualcosa di diverso. Ogni cosa si può vedere da diversi punti di vista. C’è un saper cogliere qualcosa che altri non hanno colto, è in questo che risiede la creatività. È uno spazio privato che deve trovare una via di comunicazione con gli altri.

Poi ci sono delle persone che si trovano sulla stessa lunghezza d’onda, che utilizzano lo stesso linguaggio. Il cinema lo vedo come un’opera collettiva in cui si segue tutti una visione preesistente, contribuendo ciascuno per la sua parte. È un po’ come colorare insieme il progetto di partenza.

Take

E parlando concretamente dell’avvio di un progetto, dove riesce a trovare l’ispirazione giusta?

Greta Scicchitano

Personalmente vado a ispirarmi nelle ambientazioni; ma il processo creativo può partire anche da una storia che mi coinvolge, da qualcosa che mi interessa – magari un articolo di cronaca. E poi devo capire se l’idea possa essere portata avanti e se possa sfociare nella creazione di un mondo da raccontare intorno a essa. Attualmente sto lavorando a una sceneggiatura ispiratami da un’ambientazione storica.

Talvolta, poi, capita anche di non trovare il modo di raccontarle, queste ispirazioni. L’ispirazione spontanea, il colpo di fulmine sono sicuramente esaltanti ma poi bisogna vedere se resistono nel tempo. Deve essere qualcosa che non colpisca solo te ma anche le altre persone. Tra i colleghi sceneggiatori sono tantissimi i progetti scartati – a cui, forse, si ritorna anche dopo anni. Pensiamo per esempio a Squid Game; allo sceneggiatore ci sono voluti dieci anni per realizzare la sua idea. Si deve avere tanta fiducia per credere in un progetto.

Intervista Debora Longariva
Pubblicato il 01.07.2022