Quali sono oggi i ruoli chiave in un settore in continua evoluzione come quello dell’audiovisivo?
In primis il produttore, oggi più che mai abbiamo bisogno di produttori indipendenti. Parliamo di una figura in grado di scegliere i progetti, di gestire sia un team creativo che gli aspetti legali e finanziari affinché il film arrivi sul set con tutto il necessario per realizzare un buon prodotto finale. Già dalla fase dello sviluppo del progetto, quindi molto prima di mettere piede sul set, il produttore deve fare tutto il possibile per trovare una distribuzione. È il concetto alla base dell’audiovisivo, del resto: c’è un film solo se c’è un’audience.
Come sta cambiando il mercato cinematografico? Esiste una carenza di professionisti rispetto alle richieste?
In generale c’è una forte spinta a realizzare contenuti audiovisivi per tv, cinema, streaming e quindi spesso, relativamente al set, l’offerta non è in grado di soddisfare una domanda così alta, da qui il bisogno di formazione. Secondo testimonianze emerse nel corso del Film Jour Fixe capita che, nella presentazione di progetti di ricerca, i docenti unibz debbano allegare un video pitch ma si trovino spesso sprovvisti di professionalità capaci di realizzare un prodotto che rispecchi le loro necessità, ragion per cui è importante formarsi e unire le forze. In quanto al mercato in cambiamento il tema è fronteggiare la crisi della sala cinematografica – si produce molto ma purtroppo solo una parte dei progetti approda al cinema. Dobbiamo sforzarci tutti, dagli addetti ai lavori (che devono avere un occhio attento alle esigenze di mercato pur mantenendo la propria identità artistica) al pubblico, per sostenere distribuzione e sale.
Che consigli darebbe ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nell’industria dell’audiovisivo?
Siate curiosi rispetto alle professionalità del cinema. Non penso solo al regista o allo sceneggiatore ma anche ad esempio alle “nuove” professioni, come quella dell’intimacy coordinator, una figura che esiste da tempo ma che oggi si sta facendo sempre più strada, o del green manager, data l’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità. Scoprire i vari ruoli è il primo modo per capire, in base alle proprie competenze, cosa serva in quel determinato momento al mercato. Poi è bene guardare molti film, soprattutto cinema italiano ed europeo, per cercare di approcciare l’industria in modo comparatista, perché le produzioni americane non sono il riflesso professionale del nostro mercato di cui è necessario conoscere la grammatica. Infine, banalmente, consiglio un’analisi dei titoli di testa e di coda dei film, dei loghi sulle locandine, in sostanza di tutto ciò che spesso si ignora ma che rappresenta esattamente l’universo dell’audiovisivo.